VENERDI' SANTO - Processione del Cristo Morto

La celebrazione della Settimana Santa si articola in momenti liturgici e devozionali precisi, scanditi dalla tradizione, che ad Isernia trovano il loro culmine nel giorno del Venerdì Santo, durante il quale si svolge la processione del Cristo Morto resa particolarmente suggestiva dalla partecipazione di penitenti - uomini e donne - che indossano una tunica bianca, cinta da un cordone rosso, un cappuccio coronato di spine, che ne cela l’identità ed alcuni sono anche scalzi, in segno di penitenza.

I penitenti portano croci e simulacri raffiguranti la Passione e Morte di Gesù Cristo: le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, i busti degli "Ecce Homo" e le Croci.
Alla processione, organizzata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, partecipano anche le altre confraternite cittadine: Santa Maria del Suffragio, S. Domenico, S. Antonio Abate, Santi Nicandro e Pietro Celestino, che si distinguono dai colori della mozzetta che indossano.

Nel Venerdì Santo, le statue hanno un’importanza fondamentale, ed a loro è dedicata una particolare attenzione.
La preparazione delle Statue della Madonna Addolorata e di Cristo Morto è eseguita da alcune donne anziane, con accuratezza e in un’atmosfera di riservatezza e di religioso raccoglimento:
• la Statua di  Cristo Morto è disposta su un cataletto ornato con una composizione di fiori freschi che lo circondano interamente.
• la Statua della Madonna Addolorata viene vestita con un abito nero e un mantello, arricchiti da ricami dorati, sulla testa ha una corona e sul petto un cuore argenteo, trafitto da sette spade.
• i Busti dell' "Ecce Homo" che rappresentano Gesù dopo la flagellazione, con le mani legate e un fusto di canna, posto di traverso, simbolo dello scettro derisorio.
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L’immagine dell’Ecce Homo, con la corona di spine e il mantello rosso che lascia intravedere i segni della tortura, accentuando l’umiliazione di Gesù Cristo, rafforza il senso di pietosa condivisione del lutto.


In queste intense espressioni iconografiche, frutto dell'adattamento tra arte religiosa e devozione popolare, emerge il contrasto tra la vita e la morte, rappresentato nei colori: il rosso del sangue, la varietà dei fiori, il nero delle vesti, l'oro dei ricami, infine il bianco, dirompente dai corpi gessosi e dagli abiti degli incappucciati. Allestiti i simulacri, inizia la preparazione dei penitenti delle varie confraternite che indossano le vesti e prelevano le loro croci: 
Croci Calvario, con riferimento alla croce portata da Gesù sul Golgota. 
Croci Sudario, sulle quali è collocato un panno bianco, che ricorda le bende lasciate da Gesù Cristo nel sepolcro, ma richiama alla memoria anche il velo offerto a Gesù dalla Veronica. 
Croci penitenziali decorate con i simboli e gli strumenti della passione: il gallo, la corona, i chiodi, la spada, la lancia, i flagelli, la brocca e il bacile, il calice dell’Eucaristia, il martello, il bastone con la spugna intrisa d’aceto, la tenaglia, la scala, la borsa con i denari di Giuda Iscariota, la mano e i dadi.


 

- Testo e foto tratti dal sito Patrimonio Immateriale del Molise.